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L’AQUILA – Non un violentatore, quasi sicuramente più di uno. Ed è stato utilizzato un oggetto per brutalizzare la ragazza. Sono contorni tremendi quelli che trapelano dal vertice in Procura tra il pm Mancini e i carabinieri del comando provinciale dell’Aquila che indagano sul caso di violenza sessuale avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Pizzoli, fuori dalla discoteca Guernica.

La vittima, una ragazza di Tivoli di 19 anni, studentessa di Ingegneria all’Aquila, è in ospedale: ieri è stata visitata dai ginecologi del reparto del San Salvatore dove viene assistita dai genitori e da uno psicologo. Si è limitata a ripetere «non ricordo» al pm. Dagli esami svolti domenica è emerso che la ragazza aveva valori alcolici nel sangue superiori alla media. Oggi, dopo l’intervento che ha dovuto sostenere domenica mattina, è ancora sotto choc. Ci vorranno alcuni giorni, spiegano fonti non ufficiali, per avere un riscontro diretto.

Le indagini però vanno avanti. E prende corpo l’ipotesi di una violenza di gruppo. Nei guai quindi sono tutti e tre i militari del 33esimo reggimento di artiglieria della divisione Acqui: due avellinesi e un aquilano, volontari, tra i 25 e i 30 anni. Formalmente non indagati, sono stati sentiti anche dai loro ufficiali che hanno aperto un procedimento interno legato a doppio filo a quella della magistratura. Il maggiore sospettato era stato bloccato dai buttafuori poco lontano da dove stata trovata la 19enne seminuda e priva di sensi, mentre in macchina insieme a tre amici (due uomini e una donna) stava andando via dal locale. Il giovane si è difeso spiegando che il rapporto è stato consensuale.

Le indagini. All’azione in concorso portano il fatto che il principale sospettato è nettamente più basso della ragazza (lei è sull’1 e 80 di statura, lui viene descritto come minuto) e i numerosi lividi trovati sul corpo della ragazza. Qui i contorni si sfumano e si spera che le indagini possano fare chiarezza. O gli approfondimenti sul materiale organico che la squadra rilievi scientifici dei carabinieri ha trovato sotto le unghie della ragazza e portato direttamente al Ris di Roma per accelerare i tempi. O, ancora, le immagini del circuito di videosorveglianza esterna del locale acquisite agli atti dai pm ieri mattina. Il nodo, uno dei tanti di questa storia, è delicatissimo e investe, oltre al dramma, anche questioni di natura procedurale: su una violenza di gruppo l’inchiesta parte d’ufficio. Su una violenza commessa dal singolo serve la querela della vittima. E la ragazza non ha firmato ancora. Per ora si sa che è stato aperto un fascicolo contro ignoti per violenza di gruppo e lesioni aggravate.

Le ferite sulla ragazza. L’altro particolare orrendo trapelato riguarda l’uso di un oggetto con cui la ragazza avrebbe subito la violenza sessuale. Secondo fonti raccolte in ospedale, le ferite riportate non sono compatibili con un rapporto sessuale violento. Gli inquirenti hanno qualificato la violenza subita dalla giovane come «feroce ed efferata». Ma dell’oggetto non c’è traccia e anche questo non aiuta a fare luce sulla agghiacciante vicenda. Di certo, invece, c’è il fatto che i carabinieri chiederanno oggi al questore dell’Aquila la sospensione della licenza del locale di Pizzoli per i gravi fatti avvenuti sabato notte.

Martedì 14 Febbraio 2012 – 11:22    Ultimo aggiornamento: 11:25
stuprata ventenne sulla neve

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