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27

Una gita in montagna, di quelle che se ne fanno tante, un po’ per svago, un po’ per passione, si dice anche “per staccare la spina”: ma per Daniele Curina, 58 anni di Berra, dirigente storico della cooperazione ferrarese dalla Cidas alla Cir, quella gita si è trasformata in una tragica morte. E’ venerdì quando Curina, assieme alla moglie Graziella Finessi e il figlio Alessio, scende sulla pista di San Martino di Castrozza, nel Trentino, per la consueta “sciata” con amici e conoscenti. E’ uno sportivo praticante, il cooperatore, ha giocato a calcio, va in bici, scia appena può, non fuma. Ad un certo punto un malore improvviso; tutti si accorgono che non è cosa di poco conto e allertano immediatamente i soccorsi sanitari. Curina viene trasportato in elisoccorso all’ospedale Santa Chiara di Trento. Alcuni istanti per gli accertamenti del caso e la diagnosi sembra fatta: emorragia cerebrale. C’è la corsa in sala operatoria dove i neurochirurghi provano a ridurre l’ematoma e l’emorragia. Niente da fare, Curina muore sabato pomeriggio alle 16.

La notizia è rimbalzata quasi subito a Ferrara, dove ha lasciato sbigottite le tante persone che avevano frequentato Curina fino a qualche ora prima, e a Berra tutti ne parlano. Nato in paese nel 1953 (avrebbe compiuto 59 anni tra un mese), Daniele Curina iniziò in qualche modo la sua vita pubblica già dalle medie, con la partecipazione assieme ai suoi compagni alla trasmissione televisiva “Chissà chi lo sa” e ben presto si dedicò alla politica locale come iscritto al Pci. Dopo l’era di Alfredo Sandri divenne vice sindaco nella giunta di sinistra, con Francesco Aguiari sindaco. I disaccordi politici con il sindaco erano noti e nella legislatura successiva il Pci finì all’opposizione, per una giunta di centrosinistra (Dc-Psi), con Curina che divenne il capogruppo di opposizione. «Caparbio e testone», così era definito all’epoca, ma caratteristiche che mise anche nella sua attività professionale nel sociale. Trascorse 15 anni come presidente della Cidac, cooperativa di servizi con sede a Copparo, che trasformò. «E’ stato lui a portare un’azienda di modeste dimensioni a fare il salto di qualità, rendendola molto robusta e portandola anche a Bologna o Reggio Emilia» ricorda Sergio Caselli, che nella Lega coop ci ha passato gli stessi suoi decenni. Da alcuni anni Curina era stato nominato responsabile area Romagna di Cir food dove aveva incrementato il lavoro. Le esequie si terranno domani.

La notizia corre veloce e in poco tempo arriva a Berra: ieri mattina in piazza non si parlava altro che della prematura scomparsa di Daniele Curina. La sua popolarità era così grande che chiunque aveva qualcosa da dire. «Sembra una favola – commentavano in bar alcuni coetanei – è impossibile credere che Daniele sia deceduto; uomo caparbio e capace, che ha saputo dare molto al suo paese e non solo». Il primo cittadino berrese Eric Zaghini lo ricorda così: «Uomo testardo e capace; ha dato molto al suo paese e al suo territorio. Come politico prima e come dirigente nel sociale poi ha saputo incrementare le attività ovunque andava. Prima con la Cidas, dove per molti anni ha saputo creare valore, incrementando anche posti di lavoro, e dopo con la Cir, dove il suo arrivo ha portato incrementi di produttività. Appena saputo della notizia, triste notizia, non volevo crederci e ho atteso alcune conferme; successivamente ho chiamato la famiglia e ho espresso al figlio Alessio le condoglianze a nome di tutta la collettività berrese». Anche l’ex sindaco berrese Diego Cavallina non può dimenticarlo: «Lo avevo visto alcuni giorni prima in bicicletta: Daniele divideva con il figlio la passione per la bici da corsa. La notizia mi lascia mortificato e non ci sono parole per esprimere questa mancanza». Curina lascia un vuoto nel mondo della cooperazione, dove il manager della Cir ha sempre ricoperto incarichi di rilievo: faceva tuttora parte della Direzione provinciale. «Ci eravamo visti la scorsa settimana, era in perfetta forma e combattivo come sempre – ricorda il presidente provinciale di Legacoop, Andrea Benini – Ieri è stata una giornata triste, ho avuto contatti con tantissime persone che non volevano credere alla notizia». Curina aveva invece lasciato la politica attiva e non aveva aderito al Pd, «aveva una posizione critica da sinistra nei confronti del nuovo partito, ricordo che si arrabbiò moltissimo per la decisione di D’Alema di partecipare al conflitto in Jugoslavia – dice Caselli – Lui era così: discuteva su tutto in maniera forte, sempre nel merito delle cose, non nascondeva le sue opinioni. E potevi stare certo che si trattava di valutazioni oneste».

 

 

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Renta Car