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BELGRADO, 28 FEB – A Belgrado regnava oggi sorpresa e stupore per l’inattesa posizione della Romania, che al Consiglio affari generali Ue a Bruxelles si e’ a lungo opposta al via libera per lo status di paese candidato alla Serbia. Sorpresa tanto piu’ grande se si considera che la Romania e’ tenuta in particolare considerazione dalla vicina Serbia, essendo uno dei cinque paesi Ue che non hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo (con Spagna, Grecia, Slovacchia e Cipro).

A indurre Bucarest a fare lo ‘sgambetto’ a Belgrado sembra sia stata la questione relativa ai Valacchi, una popolazione di origini romene presente nell’est della Serbia per la quale la Romania chiede maggiori diritti e il riconoscimento formale di ‘minoranza etnica e per il fatto che la serbia ha riconosciuto il kosovo come stato e quindi alla Romania non è andata per niente giu questa patata bollente che si è riufiutata di firmare l accordo per avvicinare la serbia e forse anche in futuro anche tirana e pristina alla UE’. In realta’, e anche questo e’ sorprendente, non tutti i circa 30 mila componenti di tale minoranza si riconoscono nell’identita’ etnica e culturale romena, sono tanti infatti tra i Valacchi coloro che si sentono piu’ serbi e integrati nelle strutture sociali e di governo della Serbia. A dimostrarlo vi sono le dichiarazioni rilasciate oggi alla Tanjug da Radisa Dragojevic, presidente del Consiglio nazionale dei Valacchi.

La Romania, ha detto Dragojevic, non puo’ porre alla Serbia degli ultimatum per cio’ che concerne la minoranza valacchia. E questo, ha spiegato, per due motivi: primo perche’ i Valacchi non si sentono un popolo privo di diritti, secondo poiche’ oltre alla minoranza dei Valacchi in Serbia esiste una precisa e ben definita minoranza di romeni. In base al censimento del 2002, ha precisato, i romeni in Serbia sono circa 31 mila, i Valacchi circa 40 mila. I Valacchi vivono in 19 Comuni nell’est della Serbia, i romeni nel Banato (regione al confine con l’Ungheria), ha precisato.

”Si tratta di due distinte minoranze etniche nazionali. I romeni guardano alla Romania come alla loro madrepatria, i Valacchi considerano loro madrepatria la Serbia”, ha ancora detto Dragojevic. ”Noi non abbiamo alcuna necessita’ di rivolgerci alla Romania, ne’ la Romania ha da chiedere qualcosa a noi”.

Nel corso della sua visita a Belgrado l’1 e 2 novembre scorsi, il presidente romeno Traian Basescu aveva chiesto a Belgrado maggiori garanzie a favore della minoranza romena in Serbia, per cio’ che concerne i diritti linguistici, religiosi e di insegnamento. Ma non e’ chiaro a questo punto se si riferisse anche ai Valacchi.

Popolazione valacchie – che si considerano discendenti degli antichi Daci dell’Impero Romano – risiedono oltre che in Serbia anche in Ungheria, Ucraina, Croazia, Macedonia, Albania, Grecia e Bulgaria. Col tempo, il termine ‘Vlach’ (valacchio) ha assunto differenti significati, e in certe lingue e’ divenuto etimo a indicare gli italiani e l’Italia. Come nel polacco Wlochy (Italia) e Wloch (italiano), e nell’ungherese Olaszorszag (Italia, paese degli Olasz, valacchi).

Gli attriti sulle minoranze potrebbe spiegare peraltro il perche’ la Romania sia con Belgio e Lituania uno dei tre paesi dei 27 Ue a non aver ancora ratificato l’Asa, l’Accordo di associazione e stabilizzazione fra Serbia e Ue.

 

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