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Un telefonino e indumenti intimi trovati in uno zainetto e alcune impronte: è da questi indizi che è cominciata la caccia al giovane che mercoledì sera ha provocato un incidente stradale e ucciso Goffredo Macolino, 76 anni, all’incrocio tra via Tirana e via Vicenza. Indizi che porterebbero a uno dei predoni di etnia rom, molto attivi in questi ultimi tempi, nell’Alta padovana.

I carabinieri del Nucleo investigativo dal tenente colonnello Francesco Rastelli ieri hanno setacciato vari appartamenti in provincia abitati da stranieri dell’Est europeo come albanesi e slavi, ma anche in alcuni campi nomadi (sebbene l’ipotesi che il fuggitivo sia una persona  di etnia rom o di origine sinti sia considerata primaria) in cerca di riscontri. Ieri mattina il comandante provinciale dell’Arma Renato Chicoli ha lanciato un appello ai padovani: «Contiamo sulla collaborazione delle persone» , ha sottolineato «Anche in forma anonima».

Per ora, in mano gli investigatori avrebbero una lista di nomi fra cui quello del responsabile dell’uccisione dell’ex dipendente delle Poste. Per poter incrociare i dati, tuttavia, è necessario attendere i rilievi effettuati sulle impronte digitali trovate sulla Toyota Rav4 del 2005 rubata la notte del 22 marzo scorso a Danilo Scalco, un falegname di San Giorgio in Bosco (ieri sull’auto è stato effettuato l’esame con il cianoacrilato, un acido che se vaporizzato sull’impronta, grazie all’umidità si solidifica formando un calco dell’impronta da rilevare). Ma anche confrontare i tabulati del telefono (dunque le chiamate effettuate o ricevute con quella sim), e i numeri «agganciati» dalle celle nei giorni scorsi, in particolar modo quella del cavalcavia di Chiesanuova all’ora dell’incidente e quella di San Giorgio in Bosco la notte del furto del Toyota Rav4.

I carabinieri stanno anche cercando di capire cosa stesse facendo il giovane a bordo dell’auto rubata in zona Palestro e perché si è preso tali e tanti rischi (uscire a forte velocità e contromano da un incrocio pericoloso). Fra le ipotesi la più accreditata è quella che fosse stato mandato a recuperare l’auto rubata e parcheggiata da quelle parti, da consegnare successivamente a qualcuno che l’avrebbe montata su qualche camion e portata in serbia(dove i pezzi di ricambio delle Toyota Rav sono richiestissimi al mercato nero).

Forse il giovane di etnia rom o sinti  si era perso. Forse ha ricevuto la telefonata dai complici che lo aspettavano da qualche altra parte. Difficile che fosse in loco per effettuare un sopralluogo di furto (la zona Palestro ultimamente è stata martoriata dai predoni) a bordo di un’auto rubata, quindi che «scotta».

Ma tant’è. Il tempo stringe e il fuggitivo potrebbe già essere scappato all’estero. L’eventualità tuttavia non spaventa gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Benedetto Roberti che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo aggravato, lesioni e ricettazione (dell’auto rubata). Roberti è un esperto a dare la caccia ai fuggitivi, dato che, proprio insieme ai carabinieri, l’anno scorso , grazie anche a un telefono cellulare abbandonato vicino ad un cimitero, riuscì a prendere gli assassini di «Sandrino» Malvestio, il pensionato ucciso durante una rapina in casa a Massanzago, predoni che nel frattempo si erano rifugiati in Serbia.

Per quanto riguarda la vittima, i familiari hanno fatto sapere che i funerali di Goffredo Macolino saranno probabilmente celebrati lunedì mattina, nella chiesa di San Girolamo di via Tirana. Ieri nella casa del rione Palestro i figli dell’uomo hanno raggiunto la compagna del papà, Marilena. Goffredo, vedovo da molti anni, lascia i figli Alberto, che vive in città e lavora in banca, Stefano ed Anna. Quest’ultima ieri è arrivata da Roma. Ma a lasciare il ricordo più struggente di Goffredo è Marilena: «Era prima di tutto una persona onesta e giusta», piange la donna «Era stimato per la sua precisione. Ho conosciuto Goffredo ad una festa di fine anno e l’ho amato subito. Con me si è dimostrato tanto buono: eravamo così felici, entrambi vedovi eravamo stati sorpresi da un amore inaspettato. Goffredo era un uomo vigoroso, capace di trascinare chiunque. E poi amava la correttezza, quello che al giorno d’oggi non c’è e si opponeva alle ingiustizie con la stessa veemenza di un ventenne».

Proprio la mattina dell’incidente gli avevano rubato per la quarta volta la bicicletta. «Era andato al negozio di via Vicenza per comprarne un’altra», ricorda Marilena «Per questo motivo era a piedi. E pensare che non passava mai per via Chiesanuova. Il destino si è accanito su di lui».

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Renta Car