web@adviaggi.it Scritto da gennaio 24, 2019 10:50
46.a Marcialonga di Fiemme e Fassa
domenica 27 gennaio
Studio scientifico di Marcialonga
sugli sportivi ultra 65enni in collaborazione con il CeRiSM
Marcialonga
di Fiemme e Fassa, al via
da Moena con la 46.a edizione domenica alle ore 8, è un grande ombrello sotto
cui sport, turismo, agonismo, storia e tecnologia vanno a braccetto. C’è anche
la scienza, ed ogni anno il CeRiSM (Centro di Ricerca Sport Montagna e Salute, Università
degli studi di Verona) – in collaborazione con il comitato Marcialonga –
propone un progetto interessante sul quale riflettere. Questa volta è toccato a
“Marcialonga Science on elderly”, indagine dedicata agli sportivi ultra sessantacinquenni.
Ne ha parlato Chiara Zoppirolli, una delle responsabili del progetto: “46
atleti da tutta Italia hanno aderito al nostro appello, vogliamo abbinare lo
sci di fondo al concetto di salute, studiamo e confrontiamo questo gruppo di
master atleti con un gruppo di persone sedentarie e con altre che svolgono attività
fisica utilizzando però solo le gambe come ciclisti e corridori. Lo sci di
fondo è uno sport completo e mantenersi attivi con questa disciplina garantisce
capacità fisiche elevate rispetto alla controparte sedentaria o che svolge
altri sport”. Per la quinta edizione di Marcialonga Science il CeRiSM e
Marcialonga hanno raccolto parametri correlati con la qualità della vita su
popolazione over 65 partecipante alla ski-marathon trentina da parecchi anni,
confrontando atleti fondisti, sedentari, atleti maratoneti ultra 65-enni, e verificando
se i benefici di un allenamento costante e duraturo svolto con arti superiori
ed inferiori siano maggiori di quelli derivanti da uno stesso tipo di
allenamento ma svolto principalmente con gli arti inferiori. I test svolti sono
stati molti: “Abbiamo effettuato un prelievo ematico, l’analisi della pressione
sanguigna, la valutazione della composizione corporea, la valutazione
dell’elasticità delle arterie, test per la valutazione delle strategie neuro-muscolari
per il mantenimento dell’equilibrio, test per verificare i tempi di reazione”,
affermano i ricercatori, abbinati a questionari appositi atti a valutare la
qualità della vita e del sonno, stimando la quantità di attività fisica svolta
dagli atleti analizzati. L’ipotesi dello studio è che lo sci di fondo – come
modello di attività fisica – oltre a richiedere resistenza, forza,
coordinazione, flessibilità e prontezza di riflessi, coinvolgendo tutti i
distretti corporei, rappresenti anche un’attività che apporta benefici alle
persone che lo praticano per mantenersi attive durante tutto il corso della
propria vita, sia rispetto ai sedentari sia a chi si impegna in attività
sportive che richiedono un utilizzo limitato degli arti inferiori. I test si
sono svolti a Rovereto lo scorso dicembre e a Predazzo in questi giorni sui
valligiani fiemmesi e fassani e su soggetti provenienti dal centro Italia. Uno
studio di questo tipo mancava nella letteratura scientifica e rivela un motivo
in più per partecipare alla Marcialonga.
Info:
www.marcialonga.it
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